venerdì 28 ottobre 2016

8. Il colore nella saggezza popolare

Il proverbio è una massima che descrive una regola di vita, un dato dell'esperienza o una credenza. Spesso è in rima o in forma metaforica e al suo interno può fare riferimento ai colori. È possibile trovare il viola, all'interno dei seguenti modi di dire: 

"Viola di rabbia"

"Ti faccio viola!"
(Allude alla minaccia di botte con le conseguenti tipiche lividure violacee)

Secondo la tradizione il colore viola è considerato ambiguo, contraddittorio e indecifrabile. Ciò è dovuto al fatto che il viola nasce dalla stabilità del blu e dall'energia del rosso. Trasmette quindi, una sensazione di poca chiarezza sull'identità rappresentata.

Si usa dire che l'Inferno è rosso, il Purgatorio viola e il Paradiso blu. Così come il Purgatorio è il passaggio tra Inferno e Paradiso, così il viola rappresenta la mediazione tra rosso e blu ed è visto come il colore della penitenza.
Il viola viene anche considerato come la porta dell'Aldilà, è visto come il colore tradizionale sia della mistica sia dei paramenti funebri, entrambi comunicano l'idea di passaggio ad un'altra dimensione, di sintesi della vita (rosso) e della morte (blu). Dal punto di vista esoterico rappresenta la sospensione apparente della vita, vista come pausa tra un'esistenza e l'altra nella ruota delle rinascite. Si ha un percorso circolare in cui i due estremi della scala cromatica entrano in contatto generando il viola.
Il viola rimanda anche alla magia, all'occulto, all'arcano, al mondo dei sogni e della fantasia. Lo si può ricollegare anche alla nobiltà, alla saggezza e all'umiltà.

In fatto di scaramanzia c'è l'idea che, a teatro, il viola porti sfortuna. In particolare sono vietati tutti gli abiti di scena di questo colore ma è anche sconsigliato avvicinarsi alla sala con indosso un elemento di abbigliamento di questa tinta. Sono vietate tutte le sfumature, dal vinaccia al lilla.
Questa tradizione arriva dal Medioevo quando, in Quaresima, gli ecclesiastici erano soliti indossare paramenti sacri viola ed interrompere ogni rappresentazione teatrale e spettacolo pubblico. Gli attori ed i giullari erano costretti ad uno stop forzato e, per chi viveva di arte, diventava un problema la sola sopravvivenza. Il viola in teatro è associato alla malasorte. 
In passato il Teatro Regio di Torino ha visto numerosi artisti, tra cui Luciano Pavarotti, rinunciare ad esibirsi per via del soffitto viola.

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